Scuolanostra
latino classe V

FEDRO, FAVOLE

Autore latino di origine greca, poco conosciuto dai suoi contemporanei e diventato noto soprattutto a partire dal Medioevo quando le sue favole, scritte in un latino molto facile, furono ampiamente usate a scopo didattico e per l'insegnamento morale che contenevano

Fedro era un liberto di Augusto che esercitò la professione di insegnante; il carattere satirico di alcuni suoi scritti gli attirò le ire di Seiano, prefetto del pretorio di Tiberio, e dovette subire un processo e una condanna.

Ci ha lasciato una raccolta di Favole in 5 libri pubblicati sotto l'impero di Tiberio (14-37 d.C.) ; la raccolta si compone di circa 100 favole; a questa si aggiunge l'Appendix Perottina (dal nome dell'umanista Perotti che la trasse da un codice a noi sconosciuto)  con 32 favole.

Caratteristica delle Favole di Fedro è di essere in versi, quindi in forma poetica con l'uso del senario giambico (metro di solito usato per le parti dialogate delle commedie, il che può far pensare a una possibile destinazione per la recitazione da parte dell'autore)

Modelli di Fedro sono: in primo luogo il greco Esopo, autore del VII-VI sec. a.C., più volte citato nell'opera e spesso personaggio lui stesso di alcuni racconti( scrisse delle Favole in prosa); nella letteratura latina favole in versi erano state inserite nelle opere di Ennio, Lucano, Orazio (la celebre favola del topo di campagna e del topo di città in Satire)

CONTENUTI E TEMI

Ogni libro ha un prologo; i vari prologhi sono molto importanti per capire lo spirito dell'autore e per le informazioni che ci forniscono.

Nel prologo del libro terzo Fedro sostiene che la favola  è nata nel mondo degli schiavi per poter esprimere in forma allegorica il proprio pensiero, senza subire le ire dei potenti; cioè, per Fedro, la favola ha uno scopo di critica non solo morale, ma anche sociale

Temi ricorrenti: visione pessimistica dei rapporti sociali, dominati dalla prepotenza dei forti; sapersi accontentare di poco e rifuggire dalla ricchezza, preferire una povertà libera che una condizione più agiata ma in stato di servitù.

Possono ritrovarsi alcune analogie con l'insegnamento della scuola dello Stoicismo (frugalità, moderazione, virtù, libertà interiore)

LINGUA E STILE

Linguaggio semplice e ripreso da quello colloquiale; frasi brevi ed incisive; scelta accurata delle parole e degli aggettivi, scarsità di figure retoriche.

Uso del dialogo serrato, con battute rapide e taglienti che rappresentano i diversi punti di vista; tono più disteso e pacato nella morale, che si trova a volte all'inizio, a volte alla fine del racconto.

APPROFONDIMENTO

Il genere della favola da Fedro ad oggi

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