Scuolanostra

italiano classe terza


Tipologia A. Analisi e commento di un testo letterario.

Analizza il brano poetico “Guido, i’vorrei” di Dante Alighieri (1265-1321), sia sotto l’aspetto del contenuto, sia sotto l’aspetto del linguaggio, della metrica, dell’uso di figure retoriche; inseriscilo nel contesto della produzione dell’autore e della scuola poetica cui appartiene.

DANTE ALIGHIERI

Guido , i’ vorrei (da Rime)

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler nostro e mio;

sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.

E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:

e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.

 

PARAFRASI

Guido (Cavalcanti) io vorrei che tu e Lapo e io fossimo presi per un incantesimo e posti su una navicella leggera, che potesse andare dovunque spiri il vento secondo il desiderio vostro e mio;

così che la burrasca o altro tempo cattivo non potesse darci impedimento, e vivendo insieme con unanime volere, crescesse sempre il desiderio di stare insieme.

E (vorrei) che il buon mago ponesse insieme con noi madonna Vanna e madonna Lagia e quella che è al trentesimo posto (nell’elenco delle donne più belle);

e qui parlare sempre d’amore, e ciascuna di loro fosse contenta, come credo che saremmo anche noi.


Scheda del libro di narrativa: fare la scheda del libro di narrativa prescelto (per esposizione orale)

Svolgere almeno una delle seguenti tracce (saggio breve o argomento storico)

Sviluppa l'argomento scelto o in forma di "saggio breve" o di "articolo di giornale", utilizzando i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del "saggio breve”, argomenta la tua trattazione anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell'"articolo di giornale”, indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare le cinque colonne di metà di foglio protocollo.



Tipologia B. Saggio breve di argomento artistico -letterario.
Spiega con opportuni esempi perché il viaggio di Dante attraverso l’Inferno rappresenta per il protagonista (e anche, simbolicamente, per ogni uomo) un viaggio allegorico, cioè un percorso umano e spirituale che lo porta a distinguere il male dal bene, a riconoscere gli inganni e le lusinghe che possono far cadere nell’errore, a ritrovare la “diritta via” prima smarrita.
Utilizza anche i seguenti brani critici:

“I segni visibili nelle cose sono destinati a coloro che sono ancora nel cammino di questa vita e procedono verso la naturale meta di esso, che è sempre una meta posta nell’aldilà. Essi servono da segnali indicatori per i vivi, e l’eccezionale viaggio di Dante nell’aldilà, attraverso i regni dell’oltretomba, è pur sempre il viaggio di un uomo che si trova ancora nel «cammin di nostra vita». …Ecco allora che, al modo stesso delle cose, anche il viaggio letterale addita qualcos’altro”. (Charles Singleton, Viaggio a Beatrice)
                                                                   
                                                                                                Michelangelo Buonarroti, Caronte,
                                                                                        in Giudizio universale,  Cappella Sistina, Roma
 
“Dante concepisce l’Inferno come la depravazione dell’anima, abbandonata alle sue forze naturali: passioni, istinti, desideri non governati dalla ragione e dall’intelletto; contraddizione che egli esprime con l’energia dell’uomo offeso nel suo senso morale”
(Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana)
 
“Noi non possiamo concepire l’Inferno senza il Purgatorio e il Paradiso…La contemplazione dell’orrido e del disgustoso, per un artista, è l’aspetto negativo e necessario dell’impulso che lo spinge alla contemplazione della bellezza”
(Thomas Stearn Eliot, Dante)
 
Tipologia B. Saggio di ambito storico politico
Argomento:
La filosofia e la cultura della Grecia antica come una delle basi dell’Europa moderna
 
“Ispirandosi  alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell'Europa, da cui si sono sviluppati i valori universali dei diritti inviolabili e inalienabili della persona, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, e dello Stato di diritto;(...) (i Paesi europei) dopo avere scambiato i loro pieni poteri, riconosciuti in buona e debita forma, hanno convenuto le disposizioni che seguono.
(Costituzione europea, Preambolo, 2004)
 
Secondo Socrate, si raggiunge la vera conoscenza ricercando in se stessi e tale conoscenza consiste nel sapere ciò che l’uomo deve fare e come deve comportarsi nelle diverse circostanze dell’esistenza. la sapienza coincide pertanto con la virtù. (...)Educando gli Ateniesi in questa direzione, Socrate intendeva così collaborare al benessere comune e al rafforzamento delle istituzioni della polis
(Carlo Enrico Sgrol, Noi e il lontano passato. La civiltà greca)
 
Pericle: Elogio di Atene
“La nostra costituzione non imita le leggi dei vicini. Noi piuttosto, siamo di esempio agli altri. Essa è una democrazia perchè il governo non è nelle mani di pochi, ma in quelle di tutto il popolo. Di fronte alla legge siamo tutti uguali; per le cariche pubbliche ciascuno viene prescelto per le proprie capacità, non secondo la classe sociale cui appartiene. Se uno può rendere qualche servizio allo Stato, la povertà non gli è di ostacolo.: Liberamente noi viviamo nella nostra città; nei rapporti privati ci rispettiamo l’un l’altro; in quelli pubblici la reverenza verso la legge ci impedisce di trasgredirla
(riportato da Tucidide, La guerra del Pelopponeso)
 
(Per Aristotele) la vita virtuosa non è perseguibile dall’uomo isolato, ma solo dall’uomo che vive in società: perciò l’uomo e per natura un “animale sociale” (o politico). Nel formulare un modello di costituzione a cui le singole realtà politiche si debbano il più possibile attenere, Aristotele si propone di essere più realista di Platone, di cui critica la pretesa di sacrificare o di sottomettere l’individuo e le società intermedie (per esempio, la famiglia) all’unità della città.
(V. Mathieu, La filosofia: storia del pensiero e delle civiltà)
 
 
Tipologia B. Saggio di argomento storico politico
L’eredità della civiltà comunale: politica, cultura, economia.
 
La città comunale ha, distinte di solito, le tre piazze: la piazza religiosa, la piazza politica, la piazza economica. La piazza religiosa è la piazza della cattedrale: una sua caratteristica è la grandezza modesta. Nella piazza della cattedrale si svolgevano le sacre rappresentazioni, vi si svolgevano le processioni alle quali il popolo partecipava.
La piazza politica ha di solito dimensioni più vaste, destinata com’è alle adunanze di tutti i cittadini.
Tutta chiusa, dominata dal palazzo pubblico, è spesso adorna di una grande fontana di piazza, o dell’arengo, il pulpito per le concioni…
La piazza economica, la piazza del mercato, spesso sorge accanto alla piazza politica, unita ad essa da brevi tronconi di strade o da piazzette.
(A.  Frugoni, Storia della città in Italia, Roma 1956)
 
Si parla generalmente del Comune come di una istituzione democratica: e tale esso è fin dal principio se viene considerato, come è ragionevole fare, in confronto all’ordinamento sociale e politico precedente. Tuttavia ai suoi inizi  esso non significò la partecipazione al governo di tutti gli abitanti della città. Nel primo Comune fu una minoranza di cittadini distinti per nascita, posizione sociale, ricchezza, quella che assunse il potere. Vi concorsero essenzialmente la nobiltà cittadina e l’alta borghesia, o come si disse il popolo grasso (…); solo più tardi vedremo comparire il popolo minuto, col quale dobbiamo intendere, piuttosto che il proletariato nel senso moderno della parola, il piccolo artigianato.
(Luigi Salvatorelli, Storia d’Europa)
 
 
Con la rinascita delle città anche l’orizzonte culturale si allarga. Le scuole vescovili non bastano più e perciò studenti e professori si associano e danno vita alle università, che divengono i centri del sapere e alle quali accorrono i giovani da ogni parte per seguire gli studi di medicina, di teologia e di diritto. Gli studenti pagano i loro professori. La lingua usata nell’insegnamento è il latino. Le prime università sorgono a Bologna, a Salerno, a Parigi e a Oxford, che diventano altrettanti centri della cultura medievale.
(Gabriele De Rosa, Antonio Cestaro, Mito storia civiltà, Bergamo 1989)
 
La figura del mercante-imprenditore ci introduce a un altro aspetto del dinamismo del Duecento e dei primi decenni del Trecento: quella che è stata definita “la rivoluzione commerciale” . In effetti, nel Basso Medioevo vi furono alcune innovazioni organizzative e giuridiche che ebbero rilevanti conseguenze economiche. In tutto questo processo di trasformazione del sistema commerciale i mercanti italiani ebbero un ruolo da protagonisti. Genovesi, veneziani, fiorentini, senesi e lucchesi costituirono grandi compagnie, in genere su base familiare, che vavevano filiali ovunque in Europa e nel Mediterraneo e trattavano affari di ogni tipo, commerciali e finanziari.
(Eva Cantarella, Giulio Guidorizzi, L’eredità antica e medievale, Milano 2005)
 
 
TIPOLOGIA C. Argomento storico
L’emergere di nuove classi sociali, nuovi movimenti religiosi popolari, nuove istituzioni politiche e nuove forme culturali nell’Europa dopo il Mille.
 
“Dopo il Mille… all’interno dell’Europa, la popolazione aumenta, la ricchezza si moltiplica, i traffici si allargano, le città si ingrandiscono senza sosta. Il mondo feudale si sgretola e il nuovo ceto dei mercanti si afferma ovunque nelle città senza pace. E i movimenti religiosi popolari accendono una luce di speranza in una società che sembra confidare solo nella ricchezza e nel potere. Papato e impero, i due poteri universali dell’Occidente cristiano, hanno momenti di vera grandezza e protagonisti d’eccezione. Ma guardano al passato, mentre emergono forze nuove, i Comuni italiani  e le monarchie nazionali, che ne metteno in discussione la supremazia”.
(G. Solfaroli Camillocci, M. Farina, Kronos. Tempi e spazi del Medioevo)