Scuolanostra

               Italiano classe IV

Francesco Guicciardini,  LA SCOPERTA DELL’AMERICA  (da Storia d’Italia, 1540)

 La digressione sulle scoperte geografiche è introdotta da Guicciardini per spiegare le cause del declino di Venezia in seguito allo spostamento delle rotte commerciali dal Mediterraneo all’ Atlantico. Ma la riflessione del Guicciardini coglie anche che le nuove scoperte mettevano in crisi varie convinzioni consolidate e sminuivano l’autorità di quegli autori classici che erano stati un modello indiscusso per l’’Umanesimo-Rinascimento.

Ma più maravigliosa ancora è stata la navigazione degli Spagnuoli, cominciata l’anno mille quattrocento novanta, per invenzione di Cristoforo Colombo genovese. Il quale, avendo molte volte navigato per il mare Oceano, e congetturando per l’osservazione di certi venti quel che poi veramente gli succedette, impetrati da i re di Spagna certi legni, e navigando verso l’occidente, scoperse, in capo di trentatré dì nell’ ultime estremità del nostro emisperio alcune isole, delle quali prima niuna notizia s’aveva; felici per il sito del cielo, per la fertilità della terra e perché, da certe popolazioni fierissime in fuora che si cibano de’ corpi umani, quasi tutti gli abitatori, semplicissimi di costumi e contenti di quel che produce la benignità della natura, non sono tormentati nè da avarizia, nè da ambizione; ma infelicissime perché non avendo gli uomini nè certa religione nè notizia di lettere, non perizia di artificii, non armi, non arte di guerra, non scienza, non esperienza alcuna delle cose, sono, quasi non altrimenti che animali mansueti, facilissima preda di chiunque gli assalta. Onde allettati gli Spagnuoli dalla facilità dell’occuparle e dalla ricchezza della preda, perché in esse sono state trovate vene abbondantissime d’oro, cominciorno molti di loro, come in domicilio proprio, ad abitarvi. E penetrato Cristoforo Colombo più oltre e doppo lui Amerigo Vespucci fiorentino, e successivamente molti altri, hanno scoperte altre isole, e grandissimi paesi di terra ferma; e in alcuni di essi (benché in quasi tutti il contrario e nell’edificare pubblicamente e privatamente, e nel vestire e nel conversare) costumi e pulitezza civile, ma tutte genti imbelli e facili a essere predate: ma tanto spazio di paesi nuovi che sono senza comparazione maggiore spazio che l’abitato che prima era a notizia nostra. Ne’ quali distendendosi con nuove genti e con nuove navigazioni gli Spagnuoli, e ora cavando oro e argento delle vene che sono in molti luoghi, e dell’arene dei fiumi, ora comperandone per prezzo di cose vilissime  dagli abitatori, ora rubando il già accumulato, n’ hanno condotto nella Spagna infinita quantità; navigandovi privatamente, benché con licenza del Re e a spese proprie, molti, ma dandone ciascuno al Re la quinta parte  di tutto quello o cavava o altrimenti gli perveniva nelle mani.

Anzi è proceduto tanto oltre l’ardire degli Spagnuoli che alcune navi, essendosi distese verso il mezzodì cinquantatrè gradi sempre lungo la costa di terra ferma, e dipoi entrati in uno stretto mare e da quello per amplissimo pelago navigando nello oriente, e dipoi ritornando per la navigazione che fanno i Portogallesi, hanno (come apparisce manifestissimamente) circuito tutta la terra. Degni, e i Portogallesi e gli Spagnuoli e precipuamente Colombo, inventore di questa sua maravigliosa e più pericolosa navigazione, che con eterne laudi sia celebrata la perizia, la industria, la vigilanza e le fatiche loro, per le quali è venuta al secolo nostro notizia di cose tanto grandi e tanto inopinate. Ma più degno di essere celebrato il proposito loro, se a tanti pericoli e fatiche li avesse indotti non la sete immoderata dell’’oro e delle ricchezze, ma la cupidità o di dare a se stessi e agli altri questa notizia, o di propagare la fede cristiana; benché questo sia in qualche parte proceduto per conseguenza, perché in molti luoghi sono stati convertiti alla nostra religione gli abitatori.

Per queste navigazioni si è manifestato essersi nella cognizione della terra ingannati in molte cose gli antichi. Passarsi oltre la linea equinoziale; abitarsi sotto la torrida zona; come medesimamente contro l’opinione loro, si è per navigazione di altri compreso, abitarsi sotto le zone propinque a’ poli, sotto le quali affermavano non potersi abitare per i freddi immoderati rispetto al sito del cielo tanto remoto dal corso del sole.


 

QUESTIONARIO su F. Guicciardini

1.      Per quale motivo Guicciardini nella Storia d'Italia inserisce un capitolo sulla scoperta dell'America?

2.      Qual è il suo giudizio sul personaggio di Cristoforo Colombo?

3.      Quali sono stati per l'autore gli aspetti positivi e quelli negativi delle scoperte geografiche?

4.      Perchè secondo Guicciardini la scoperta dell'America ha contribuito a porre in discussione la fiducia, tipica degli intellettuali del Rinascimento, nell'insegnamento degli antichi?

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