Scuolanostra
italiano classe quinta

Cesare Pavese (1908-1950)

5. LA CASA IN COLLINA:

TRAMA

E’ un romanzo con molti aspetti autobiografici e memorialistici; offre inoltre un’ interessante ricostruzione del contesto degli ultimi anni della seconda guerra mondiale, del dramma degli sfollati dalle città bombardate e del fenomeno della resistenza.

“(Il romanzo) si divide es­senzialmente in tre parti.
Nella prima l'io narrante, Corrado, un professore di scienze, racconta delle sue passeggiate nei boschi sulle colline di Chieri in compagnia del cane Belbo, e della vita degli sfollati dai bombardamenti che infuriano su Torino. Qui si trova, appunto, la casa in collina, dove Corra­do si reca, accudito da due donne, Elvira («una zitella qua­rantenne, accollata, ossuta») e sua madre. Elvira nutre un af­fetto per Corrado che supera quello dell'ospitalità, ma non riuscirà mai a dirglielo. All'osteria del paese, posta sul limita­re del bosco, Corrado incontra di nuovo Cate, un suo amore giovanile che aveva villanamente trattato e, per questo, aveva perso di vista. Cate ha un figlio, Dino (diminutivo di Corra­do) la cui età risale al periodo della loro relazione. Ma Cor­rado non riuscirà mai a farsi dire da Cate se è suo figlio, e il romanzo ci lascia nel dubbio poiché Cate e tutta la compa­gnia di avventori e gestori dell'osteria, divenuti partigiani, vengono deportati in Germania e di loro non si sa più nulla.
Dopo quest'ultimo avvenimento incomincia la seconda par­te del romanzo, in cui Corrado si rifugia in un istituto scola­stico gestito da religiosi dove incontra un gruppo di studen­ti, altri rifugiati (di provenienza spesso meridionale) e un prete, padre Felice. In questa parte il protagonista si autoesclude per motivi di sicurezza e compie una vita ritirata e na­scosta, finché viene raggiunto da Dino, portato da Elvira do­po che era rimasto solo sulle colline.
Infine, nella terza parte, Dino scappa dall'istituto per andare a fare la guerra partigia­na e lo stesso Corrado, dopo un breve ritorno alla casa in col­lina, compie un lungo viaggio di ritorno dalla sorella e dai parenti rimasti al paese natale, nelle Langhe. Un viaggio pie­no di pericoli, in cui incontrerà soldati tedeschi e partigiani, contadini terrorizzati nascosti nelle vigne, case annerite dal fuoco, morti sulla strada per agguati partigiani, ma anche ge­nerosità, ospitalità, gente che tenta irriducibilmente di lavo­rare e di vivere. In tutto il romanzo, eccetto la parte finale, sono poi raccontati squarci di una Torino devastata dalla guerra e dalla divisione tra fascisti e patrioti, dal sospetto e dall'indifferenza, dalla politica e dalle deportazioni che arri­vano a colpire perfino un collega di Corrado, insegnante nel­la sua stessa scuola.”
(da Gianfranco Lauretano, La traccia di Cesare Pavese, Rizzoli BUR 2008)

 SCHEDA LIBRO

Autore

Cesare Pavese

Genere

Romanzo autobiografico/memorialistico

Anno pubblicazione

1948

Editore

Einaudi

Narratore

interno

Focalizzazione

interna

Tempo della storia

luglio 1943- ottobre 1944

Luoghi

La maggior parte della vicenda si svolge sulle colline di Chieri (Torino) ; nei pressi si trova la casa di cui parla il titolo (è a Serralunga di Crea); inoltre a Torino dove nella prima parte il protagonista torna quotidianamente per lavorare; poi nella parte centrale in un istituto religioso (dalla biografia di Pavese sappiamo che si tratta del collegio dei padri Somaschi di Casale Monferrato, mentre nel racconto sembra essere a Chieri); l’ultima parte sulle colline delle Langhe vicino a Santo Stefano Belbo, paese natale di Pavese.

 

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