Aiutoscuola

latino classe V

SENECA, De brevitate vitae (sintesi)

  1. La maggior parte degli uomini si lamenta della brevitā della vita; in realtā essa appare breve perchč sprechiamo molto tempo in occupazioni inutili
  2. Le ansie, le occupazioni, le ambizioni ci distraggono da noi stessi e ci pongono al servizio di qualcosa di estraneo a noi.
  3. Gli uomini difendono accanitamente il loro patrimonio, ma sciupano il loro tempo.
  4. Esempio di Ottaviano Augusto: pur occupatissimo negli affari di stato, desiderava pių di tutto la quiete
  5. L'esempio di Cicerone: chiamava se stesso "semilibero", ossia era cosciente di vivere in una specie di schiavitų
  6. L'esempio di Livio Druso: come lui, molti si sono lamentati delle proprie occupazioni, ma non hanno osato cambiare la propria vita.
  7. Tra i modi peggiori di occupare il tempo, ci sono i vizi: aviditā, piaceri, odii, ambizioni, ubriachezza.
  8. Normalmente non teniamo conto dell'importanza del tempo perduto; solo nella vecchiaia o davanti alla morte ce ne accorgiamo.
  9. Il massimo spreco che si possa fare della vita č il rimandarla: "Quid cunctaris?" (Perchč temporeggi e rinvii?)
  10. Il saggio non teme il passato, l'unico tempo sottratto ai colpi del Fato; ma lo stolto, che sa di aver sprecato il proprio tempo, evita il ricordo del passato.
  11. Il saggio non teme il passare del tempo, non cerca di mascherare i segni della vecchiaia, va incontro con serenitā alla morte.
  12. Critica degli uomini "occupati", presi da inutili impegni: moda, sport, antiquariato, banchetti.
  13. Critica degli studi inutili (un sapere superficiale e nozionistico) e degli spettacoli crudeli del circo.
  14. Lo studio della sapienza e delle opere dei filosofi č insegnamento di saggezza, non č ozio nč occupazione inutile.
  15. Lo studio della filosofia insegna a ben vivere e a ben morire. Il sapiente non teme nč il passato, nč il presente, nč il futuro.
  16. Lo stolto invece dimentica il passato, trascura il presente, teme il futuro. Quelli poi che hanno fatto dei piaceri lo scopo della loro vita, sembrano vivere solo di notte, ma il giorno č per loro un peso e un fastidio.
  17. Chi si affanna a vivere per ottenere beni materiali o piaceri, č angustiato dalla consapevolezza della loro breve durata; anche i pių grandi sovrani hanno pianto sulla insicurezza dei loro successi.
  18. Invito a Paolino a ritirarsi dalla vita pubblica, fonte di preoccupazioni e invidie.
  19. Invito a Paolino a dedicarsi alla filosofia e alla ricerca della saggezza.
  20. Anche la legge stabilisce un tempo per ritirarsi dalla vita pubblica, raggiunta una certa etā; ma gli stolti super-affacendati vorrebbero mantenere le loro cariche anche quando le forze non sono pių sufficienti, esponendosi al disprezzo e al ridicolo.

N.B.: I numeri corrispondono ai rispettivi capitoli dell'opera


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